Le industrie chimiche producono ogni anno e immettono in commercio centinaia di nuove molecole, che in alcuni casi possono contaminare i corsi d’acqua e costituire un problema per la salute umana.
Non a caso la “water safety” sarà uno dei temi al centro di Watec Italy 2019, il salone che dal 23 al 26 ottobre porterà a Cremona il meglio della ricerca internazionale per parlare di economia circolare e sostenibilità ambientale.
È ad esempio quanto avvenuto recentemente in Italia con i Pfas, un gruppo di sostanze (“perfluoroalchiliche”) usate dall’industria come agenti impermeabilizzanti. Il caso ha inizio nel 2013, allorché uno studio del Cnr segnala la presenza di questi contaminanti nelle acque di alcuni fiumi del Veneto.
Dai successivi approfondimenti risulta che gli stessi Pfas hanno contaminato anche l’acqua di una falda locale da cui viene pompata l’acqua potabile destinata a un territorio vasto e riccamente popolato (120mila persone). Scatta l’emergenza: la fonte dell’inquinamento viene individuata (un’industria chimica la cui discarica si trovava nei pressi della falda), le autorità regionali emanano nuove regole sul posizionamento delle discariche industriali e finanziano l’approvvigionamento idrico da zone non interessate dal problema.
Infine il locale gestore dell’acqua potabile sperimenta speciali filtri di depurazione e si auto-impone limiti di potabilità molto più restrittivi.
Ma l’emergenza Pfas non si può certo dire conclusa anche perché il mondo scientifico non ha un visione univoca né sull’argomento, né sulle tecnologie per la depurazione delle acque contaminate. E counque, senza un monitoraggio costante, ampliando la ricerca a nuove sostanze, il problema potrebbe riproporsi.
Grazie ai meccanismi di vigilanza sempre nel Veneto nel 2018 viene segnalata nelle acque del Po la presenza di un contaminante chimico fino a quel momento sconosciuto, il C6O4, un Pfas di nuova generazione.
Il copione si ripete e nel giro di alcuni mesi la sostanza viene riconosciuta e studiata, e il problema viene tamponato, ma non certo risolto in via definitiva e resta alta l’attenzione sull’acqua potabile, anche per l’impatto sulla popolazione.
A quando la prossima emergenza? Purtroppo gli obblighi normativi a cui è assoggettata l’industria chimica sono diversi da Paese a Paese e sul fronte delle nuove molecole spesso in letteratura non esistono informazioni adeguate sui potenziali rischi. Difficile in questo caso agire in prevenzione e questo rende gli interventi generalmente poco tempestivi.
Ecco perché partecipare a Watec Italy è il miglior modo per fare il punto sulla gestione della risorsa idrica e sulle priorità da affrontare. L’appuntamento? È in Fiera a Cremona dal 23 al 26 ottobre.
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