Sono ovunque. Le troviamo nei fiumi, nel mare e negli oceani. E la loro presenza è talmente preoccupante da spingere l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente ad inserire l’inquinamento da microplastiche tra le sei minacce ambientali emergenti.

Un tema caldo di cui si parlerà a Watec Italy, il salone dedicato all’acqua e ai suoi professionisti, che si terrà a Cremona dal 24 al 27 ottobre.

Le microplastiche hanno una dimensione inferiore ai 5 mm e vengono rilasciate nell’ambiente sottoforma di piccoli frammenti provenienti da attività umane domestiche e industriali, senza dimenticare l’impatto potenzialmente nocivo sulla salute umana della frazione di dimensioni ancora inferiori, le cosiddette “nanoplastiche”.

Secondo il Global Marine and Polar Programme tutta la plastica presente negli oceani, stimata oggi intorno ai 9,5 milioni di tonnellate/anno, deriva da fonti primarie in una percentuale compresa tra il 15 e il 31%.

Un problema serio, anche perché sempre più spesso le microplastiche entrano nella catena alimentare di pesci e molluschi e si trasferiscono alla catena alimentare umana, con conseguenze pericolose, arrivando anche a contaminare l’acqua da bere.

Le fonti? Molteplici. A cominciare dai cosmetici, visto che le “microsfere” di plastica vengono aggiunte a molti prodotti per la bellezza e l’igiene personale, dai dentifrici agli scrub.

Il loro destino? Finire negli scarichi e confluire negli impianti di trattamento, dove però è difficile rimuoverle tutte, contribuendo all’inquinamento delle acque.

In Italia, sulla falsa riga di quanto introdotto negli Stati Uniti e in altri Paesi europei è stato presentato un disegno di legge per vietare le microplastiche nei cosmetici a partire dal 2020, ma il cammino è ancora lungo.

Ecco perché partecipare a Watec è un modo per impegnarsi in prima persona per la salvaguardia della risorsa idrica, trovando le soluzioni tecnologiche più efficaci ed economicamente sostenibili per affrontare il problema delle microplastiche.